Le bollette, si sa, sono la croce nera di tutti quelli che hanno la fortuna di possedere una casa, che per essere riscaldata necessita di un certo impegno economico. Eppure, ci sono diversi stratagemmi da adottare per cercare di contenere le spese. Uno di questi consiste nell’abbinare ad un isolamento esterno (sistema a cappotto) un riempimento delle intercapedini: in buona sostanza, l’intercapedine d’aria che si trova tra due strati di mattoni viene riempita con un materiale isolante. È proprio in base al materiale utilizzato che si distinguono diverse tecniche di realizzazione del riempimento delle intercapedini. La prima tecnica consiste nel praticare dei fori distanti 2 metri sulla sommità della parete e nell’insufflare del materiale sciolto all’interno dell’intercapedine; tuttavia, per eseguire questa tecnica è necessario che la stessa abbia uno spessore minimo di 5 centimetri e che abbia un’elevata resistenza alla compressione.
Stessa tecnica, stessa resistenza a compressione, ma uno spessore dell’intercapedine di almeno 3 centimetri, per il sistema che prevede di iniettare materiale inizialmente liquido, come resina poliuretanica, ureica (meno costosa) o formo–fenolica.
La terza modalità consiste infatti nel posizionare tra la fodera interna e quella esterna delle lastre rigide di materiale isolante (polistirene, poliuretano, fibra minerale, ecc). Quindi, mentre i primi due casi ben si addicono a pareti preesistenti, per questo terzo, almeno uno dei due strati deve essere di nuova fattura.
Insufflare significa quindi “soffiare” un materiale fino al completo riempimento di un “contenitore”, grazie all’ausilio di adeguati macchinari: un’operazione meccanica, che non produce alcuna reazione chimica, che per di più non necessita di permessi particolari (tranne che per una eventuale occupazione di suolo pubblico o di occupazione momentanea di proprietà di un vicino), e risulta ideale anche in realtà condominiali, perché ogni condomino può decidere se insufflare i muri del proprio appartamento in completa autonomia.
Il riempimento delle intercapedini con isolante di qualità permette di risparmiare il 30-40% sui costi del riscaldamento aumentando il benessere abitativo; ma la scelta del materiale da utilizzare è da valutare caso per caso, con personale esperto che conosca bene le caratteristiche tecniche e igieniche dei vari prodotti. I fiocchi di cellulosa rappresentano una delle alternative, ideale perché si tratta di un materiale naturale e riciclato che, oltre al benessere abitativo ed economico della famiglia, tutela l’ambiente e la salute; e tra le altre doti possiede anche un ottimo potere di riduzione delle vibrazioni e quindi un alto potenziale di isolamento acustico. Non presenta controindicazioni, ha ottimi rendimenti e costi molto competitivi, che si aggirano generalmente su un decimo del costo della realizzazione di un cappotto esterno, e dei lavori di realizzo che si concludono in via teorica nella stessa giornata di avvio dell’intervento (ma ripetiamo, in via teorica!).
Tra gli altri materiali isolanti: poliuretano espanso, lana di vetro in fiocchi, EPS con grafite, vermiculite (sempre meno utilizzato), fibre di legno, sughero granulare, e Peralit 25, una perlite espansa caratterizzata, grazie alla sua struttura porosa, da estrema leggerezza e da bassissima conducibilità termica (è praticamente incombustibile, per cui contribuisce pure a rallentare la propagazione degli incendi), oltre che biocompatibile, esente da radioattività naturale ed emissioni (nel caso di ambienti in cui il tasso di umidità risulti particolarmente elevato è meglio optare per Idroperalit, versione idrofugata con uno speciale trattamento superficiale di siliconatura, che rende il prodotto idrorepellente ed insensibile all’umidità stessa, garantendo il mantenimento di un elevato potere isolante.
Il fatto che il sistema di riempimento delle intercapedini sia anche semplice da realizzare e relativamente economico, lo rende sicuramente una tecnica di miglioramento del comfort termico degli occupanti (grazie all’innalzamento della temperatura media radiante delle pareti perimetrali) tra le più interessanti, anche se si considera la possibilità che questo tipo di interventi siano oggetto di agevolazioni fiscali. Tuttavia, poiché non esistono pregi senza difetti, il riempimento delle intercapedini determina un incremento del rischio di condensa e l’aumento dell’effetto dei ponti termici. Inoltre, nelle prime due tecniche (insufflaggio di un materiale liquido, e insufflaggio di un materiale inizialmente liquido, vi è la necessità di riempire totalmente le intercapedini esistenti, quando potrebbe essere sufficiente uno spessore minore di isolante).
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