Basta con queste bollette- hai esclamato, stufo –ma credono forse che i soldi li andiamo a scavare dal terreno, come si fa con le patate?
In realtà, nel sottosuolo, non troverai il denaro per pagare le esose bollette delle utenze, ma l’energia per riscaldare e raffreddare la tua casa si. Installando una pompa di calore geotermica, che durante l’inverno assorbe calore dalla terra e lo trasferisce all’abitazione o all’acqua da scaldare, e in estate assorbe calore dalla casa e lo trasferisce al terreno, consentendo di ottenere molta più energia termica di quella elettrica che impiega per funzionare, in quanto con un kWh di energia elettrica si producono fino a 5 kWh di energia termica.
Il rendimento di una pompa di calore geotermica è inversamente proporzionale alla differenza di temperatura tra la sorgente di energia e l’ambiente da riscaldare; in pratica più grande è la differenza fra le due temperature, meno efficiente è il sistema.
Attraverso questo sistema, le tue bollette si ridurrebbero del 50% rispetto al riscaldamento ottenuto col metano, e del 60% rispetto a quello tradizionale.
Tuttavia, non cantare vittoria troppo presto (!), perché non tutti i terreni sono adatti: occorre un tipo di sottosuolo con una conducibilità termica sufficientemente elevata, cioè una buona capacità di trasportare calore, e visto che non tutte le rocce e i terreni hanno la stessa conducibilità termica (ad esempio, la presenza o l’assenza di acqua nel terreno determina delle differenze, giacché lo scambio termico tra impianto e sottosuolo ne risulta migliorato) è necessario svolgere opportune indagini geologiche. Per di più esistono zone di protezione delle acque sotterranee e superficiali, per cui prima di armarti di zappa e piccozza (!) accertarti che nel posto in cui vivi la realizzazione di impianti geotermici non necessiti di regolamentazione e autorizzazione da parte delle autorità competenti (in buona sostanza, prima di cominciare qualsiasi lavoro, vai al comune dove è prevista l’installazione e chiedi informazioni).
Nel caso in cui non si dovessero ravvisare problemi, andranno praticate una o più perforazioni nel suolo del diametro di 10-15 cm, fino a una profondità che dipende dal volume dell’edificio da servire (nelle migliori condizioni, con una profondità di circa 100 metri si estrae dal suolo una potenza termica sufficiente per riscaldare un’abitazione di circa 100 metri quadrati); all’interno dei fori verranno fatte passare delle condutture in cui circola un fluido termovettore; la pompa assorbirà calore attraverso il fluido in un evaporatore; ne alzerà la temperatura attraverso il compressore; cederà calore all’ambiente circostante attraverso il condensatore.
Le pompe di calore geotermiche operano con temperature massime comprese tra i 40 e i 50 °C, per questo motivo dovranno essere accoppiate a sistemi di riscaldamento a bassa temperatura quali pannelli radianti o ventilconvettori.
Sicuramente, tra i vantaggi di un sistema di riscaldamento/raffrescamento basato sulle pompe di calore geotermiche, figurano: il basso impatto ambientale (dovuto ad una riduzione considerevole nel consumo di combustibili, e quindi delle emissioni in atmosfera di sostanze a effetto serra inquinanti); la velocità di realizzazione (un impianto di questo tipo può essere realizzato in soli 3-4 giorni); lo scarso ingombro (lo spazio occupato da una pompa di calore geotermica è come quello di un frigorifero); la durata (si stima che si aggiri intorno ai 15 anni per la pompa di calore, e forse dagli 80 a 100 anni per le sonde); una manutenzione pressoché nulla (l’impianto funziona in modo autonomo senza richiedere interventi operativi, solo periodicamente occorre verificare il buon funzionamento di tutti i componenti).
Tuttavia, allo stato attuale, ci sono degli svantaggi che limitano notevolmente l’impiego di tipo di strumentazione: il più importante riguarda i costi. Questi variano dai 10.000 ai 25.000 euro per un’abitazione monofamiliare di 100 metri quadrati (che comprende le indagini geologiche, una o più perforazioni ad una profondità di 100 metri, le sonde geotermiche, la pompa di calore e il sistema di accumulo), ai quale occorre sommare il costo di un impianto di riscaldamento a bassa temperatura (come detto, pannelli radianti o ventilconvettori).
In conclusione, se vuoi sostituire la caldaia tradizionale con una pompa di calore geotermica, te lo sconsiglio, perché il sistema risulta conveniente solo se previsto in fase di progettazione di una nuova costruzione o in presenza di condizioni vantaggiose quali ad esempio la presenza di determinati tipi di terreno e tariffe particolari per l’energia elettrica. È meglio che tu opti per qualche altro sistema, se intendi contenere i costi delle bollette!
Per qualsiasi informazione su pompe di calore geotermiche contattaci!
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