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Materiali e prodotti autopulenti
Lavare, stendere, spazzare, rassettare: queste sono le croci di tutte le massaie del mondo. Ma se la tecnologia venisse in soccorso, creando una serie di incredibili stratagemmi per alleviare queste fatiche? Avete ad esempio mai sentito parlare delle stoviglie autopulenti realizzate in nanocellulosa? Si tratta di un materiale che può essere ricavato da scarti e sottoprodotti della lavorazione del legno come, ad esempio, la segatura; è trasparente e atossica; possiede una forza elastica fino a otto volte superiore all’acciaio inossidabile (è praticamente indistruttibile); è modellabile (quindi vi si possono realizzare oggetti di design, componenti per il computer e addirittura abbigliamento militare).
L’ispirazione del progetto delle stoviglie autopulenti è venuto alla Tomorrow Machine (studio di design) e a Innventia (istituto di ricerca svedese) dall’osservazione della foglia di loto, su cui l’acqua non permane ma scivola. La polpa di cellulosa è stata prima suddivisa in fogli, poi pressata in uno stampo a caldo: a quel punto, il materiale è diventato duro come la ceramica ma al contempo leggero ed esente da rotture in caso di cadute e urti
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Sulla base di questi criteri, per pulire le stoviglie, basterà solamente inclinarle, grazie alla presenza di un particolare rivestimento idrofobico in cera che ne garantisce l’idrorepellenza. I prototipi, nello specifico un piatto e una tazza, sono stati stampati in 3D e ora aspettano le necessarie approvazioni che garantiscano la sicurezza nell’utilizzo per gli alimenti.
Ipotizziamo che invece il giorno prima vi siate affannate e abbiate sudato sette camice per rendere brillanti i vetri, e adesso piova a catinelle… forse non avete mai sentito parlare di vetro autopulente (caratterizzato dalla presenza di ossidi di titanio), che cioè si deterge automaticamente, venendo a contatto con il sole e la pioggia: il primo decompone le tracce di sporcizia rendendo la superficie idrofila, mentre la seconda si distende sulla faccia esterna del vetro senza formare gocce e lava via definitivamente i residui decomposti dai raggi ultravioletti.
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E se aveste or ora terminato di nettare i pavimenti, e i vostri cari rientrando vi avessero lasciato impronte di fango ovunque? Niente paura, se possedete del gres arricchito da ossidi di argento in grado di garantire l’igiene.
Odiate la pulizia del bagno? Sapete che esistono dei servizi igienici autopulenti per interni? L’azienda PTMatic fonde design e tecnologie avanzate, ricerca estetica e comfort: dal pannello elettrico con microprocessore per la gestione computerizzata di tutte le operazioni al controllo della presenza di persone tramite rilevatori elettronici del peso, dall’unità pneumatica per la gestione delle movimentazioni alla possibilità di controllo remoto tramite trasmissione dati su linea GSM.
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Arriva il freddo e, visto che vostro marito è un pantofolaio che dal divano non lo schiodano nemmeno le cannonate, vi tocca pure la pulizia della stufa a pellet? Rilassatevi, e chiedetegli che almeno ve ne compri una autopulente: un ritrovato di ultimissima generazione, dotato di sistemi di pulizia automatica in grado di ridurre al minimo gli interventi di manutenzione ordinaria, tipici di ogni caldaia a biomassa.
Eppure non si tratta solo di alleviare la fatica delle casalinghe. Pensiamo anche alle ricadute in termini energetici ed ambientali: nel caso delle stoviglie autopulenti nessun ricorso al detersivo (che vuol dire niente inquinamento) e soprattutto niente acqua (bene prezioso e purtroppo non illimitato), per non parlare del risparmio in bolletta dovuto al fatto che non si utilizzano elettrodomestici.
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Quali invece i vantaggi dei vetri autopulenti? Riduzione nell’uso di detergenti, con conseguente risparmio per il bilancio familiare, e rafforzamento dell’isolamento termico, che si traduce in riduzione del fenomeno della dispersione di calore con ulteriore risparmio sulla bolletta dell’energia elettrica.
Ma non solo di soldi e ambiente si tratta: alcuni studi dimostrano che sarebbero di gran lunga più nocive le forme di inquinamento domestico che quelle provocate dall’ambiente esterno, quindi è bene salvaguardare la nostra salute. E dunque perché non pensare, per esempio (partendo dai muri) di applicare delle carte da parati che facciano da filtro all’aria, abbattendo il contenuto di tossine che vi circolano? Serve allo scopo la carta Emv proposta da Biomed, che si applica come quelle tradizionali con una miscela di colla e adesivo disperdente, e può anche essere utilizzata come base per l’applicazione di altre carte decorative, senza perdere le proprie caratteristiche di protezione dalle radiazioni. Oppure, se doveste preferire le piastrelle di ceramica, optate per quelle che, oltre ad essere autopulenti, garantiscono l’eliminazione di alcuni tra i più diffusi ceppi batterici, come quelle della linea Active prodotta da Graniti Fiandre, che le arricchisce di particelle di biossido di titanio che a contatto con l’umidità dell’aria e della luce danno vita ad un processo ossidativo che porta alla decomposizione delle più comuni sostanze inquinanti (tra cui polveri sottili, ossidi d’azoto e VOC). Oppure, se preferite la pittura, scegliete HSF 54 di YSHIELD EMR Protection, un prodotto adatto per interni ed esterni che contribuisce all’attenuazione delle onde elettromagnetiche provenienti da computer, telefoni cellulari, piccoli e grandi elettrodomestici: si tratta di un prodotto traspirante, privo di solventi e applicabile su diverse superfici quali, ad esempio, pitture esistenti, intonaco, calcestruzzo, polistirolo, legno.
E allora, via stracci, mazze e spugne, e abbasso le pulizie!
Perciò se si pensa di eseguire una ristrutturazione appartamento, predisponiamo queste nuove tecnologie.
A proposito di spugne (di altro genere, però!), il Centro per le Nanotecnologie Biomolecolari dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Lecce, ne ha messo a punto una che è in grado di assorbire il petrolio, separandolo dall’acqua, mediante l’utilizzo di campi magnetici. Gli studiosi hanno usato come materiale di partenza comuni spugne naturali a base di schiuma di poliuretano e le hanno trattate, in due distinte fasi, con nanoparticelle di ossido di ferro e con Teflon, ottenendo così proprietà magnetiche, oleofile e idrofobiche. Oltre queste caratteristiche, l’80% delle nanoparticelle introdotte nella schiuma, dopo l’uso, può essere recuperato e riutilizzato, e queste spugne possono essere anche guidate a distanza, per cui disastri come quello del Golfo del Messico dovrebbero, d’ora in avanti, poter essere risolti con questa nuova tecnologia.
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