Eravate lì, pronti per riempire la vasca di acqua calda per immergervi in un bel bagno ristoratore, quando vi siete accorti che dal rubinetto fuoriuscivano solo cubetti di ghiaccio?! È probabile che ci sia un problema al circolatore. Non siate così perplessi: non si tratta di un ausiliare del traffico, ma di una pompa che all’interno di una caldaia ha il compito di spingere l’acqua nei termosifoni e verso i rubinetti. Le pompe possono essere molto diverse tra loro, ma possono comunque essere categorizzate secondo il principio di funzionamento in pompe volumetriche e pompe centrifughe.
Queste ultime servono a molti scopi all’interno di edifici residenziali: i circolatori sono impiegati per la circolazione di acqua in sistemi chiusi che forniscono riscaldamento, aria condizionata e acqua calda sanitaria; i gruppi di aumento pressione aumentano la pressione dell’acqua fredda di un impianto e sono impiegati per pompe per condensato e caldaie a vapore; le pompe per alimentazione idrica sono normalmente impiegate per fornire acqua da pozzi e sono disponibili in versioni da superficie e sommerse; etc. Una pompa centrifuga fornisce una portata costante, e vi può essere facilmente applicata una valvola di regolazione.
Le pompe volumetriche invece sono quelle che sfruttano la variazione di volume in una camera per provocare un’aspirazione o una spinta su un fluido. La portata erogata è indipendente dalla prevalenza ed è invece direttamente proporzionale alla velocità di rotazione. Ne esistono di diversi tipi: pompe volumetriche rotative, a stantuffo o pistone, a camera variabile, etc.
Ma torniamo al circolatore (che ricordiamolo ancora non è quello che aiuta la circolazione stradale a fluire più agevolmente!). In linea generale possiamo dire che esso si caratterizza per portata e prevalenza, che stanno tra loro in un rapporto inverso. Tranquilli, non si tratta di nulla di scabroso, significa solo che all’aumentare della portata (quantità di acqua al minuto) diminuisce la prevalenza (distanza entro cui la pompa garantisce una certa portata). Nelle caldaie di vecchia generazione aveva valori costanti, mentre in quelle più moderne, come quelle a condensazione, i circolatori sono di tipo inverter, sono cioè in grado di modulare la quantità di energia in funzione della richiesta. Il circolatore, oltre che dalla pompa, è costituito anche da una valvola di sicurezza a 3 atmosfere e un pressostato. Entrambi servono a garantire l’interruzione della fornitura di acqua qualora la pressione sia troppo alta o troppo bassa. Quando la pressione raggiunge i 3 bar la valvola manda in blocco la caldaia; il pressostato invece entra in funzione quando non rileva flusso.
Ne esistono diversi tipi : i circolatori a rotore bagnato, che sono usati in edifici commerciali e residenziali, per applicazioni di condizionamento dell’aria e di riscaldamento (si basano su una tecnologia a rotore stagno, e sono caratterizzati dall’assenza di una tenuta a baderna o di una tenuta meccanica, e il liquido pompato raffredda e lubrifica il motore e le parti rotanti); circolatori elettronici a basso consumo energetico per circolazione di acqua in impianti domestici di riscaldamento e condizionamento di tipo chiuso e pressurizzato o a vaso aperto; circolatori elettronici per piccoli impianti collettivi quali condomini e palazzine, cliniche e ospedali, scuole, edifici adibiti a uffici.
Dunque, se l’acqua calda sembra non volerne sapere di uscire dai rubinetti, potrebbe essere accaduto che il vostro circolatore si sia guastato a causa del blocco della caldaia (magari potreste verificarlo, visto che dovrebbe essere spento e mostrare un errore specifico, per il quale dovrete munirvi del manuale di istruzioni, sperando di non averlo buttato via). Se invece non è rotto, e quindi non deve essere sostituito, potrebbe essere sporco o ostruito, e in questo caso olio di gomito e una bella pulita dovrebbero risolvere la questione (soprattutto se avete tenuto la caldaia spenta a lungo o non l’avete sottoposta alla corretta manutenzione periodica).
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