Climatizzazione: tecnologia inverter o tradizionale?
inverter VS on off: pregi e difetti delle due tecnologie.
Il classico condizionatore on/off, più economico, gestisce il funzionamento del compressore che genera il freddo in una maniera che potremmo definire digitale, con due sole possibilità, lo zero e l’uno, ovvero spento, quando è stata raggiunta la temperatura desiderata, accesso al massimo della potenza quando quella temperatura si allontana da quella impostata con il termostato oltre il limite di tolleranza che in genere è di uno o due gradi.
I vantaggi che spingono e scegliere questa tecnologia sono esclusivamente legati al minor prezzo, spesso si ottengono sconti legati al fatto che sono modelli oramai superati ed i rivenditori eliminano le scorte di magazzino.
Il climatizzatore inverter, tecnologia più recente, evoluta e ovviamente più costosa, è dotato di un dispositivo elettronico controllato da microprocessore che, aumentando o diminuendo il regime di rotazione del compressore, permette la modulazione della potenza erogata della macchina, in maniera proporzionale alla effettiva necessità di richiesta di freddo o caldo. Eliminando i continui stacca e attacca del motore di un classico condizionatore on/off consente di ottenere un risparmio di energia elettrica che, calcolato su otto ore di funzionamento continuo, si può aggirare tra il 30 e il 70%.
Non si noteranno le vecchie e frequenti “ventate” provenienti dalla macchina perché spesso il getto di aria è costante a bassa velocità in modo da mantenere costante la temperatura impostata. Per questo un condizionatore ad inverter risulta essere più silenzioso e come detto, su lunghi tempi di funzionamento i costi energetici saranno inferiori di oltre il 30% con macchine di classe A oltre a ridurre anche lo stress su parti meccaniche e quindi minor guasti su queste. In una camera tipo di 4x4mt con altezza standard, con un carico termico medio di 5/6000 BTU, se si istalla un condizionatore on/off da 9000 BTU con un consumo di 800W, si avranno dei cicli di funzionamento frequenti con un consumo appunto di 800W. Con una macchina ad inverter da 12000 BTU, invece, dopo i primi minuti alla massima potenza il compressore si posizionerà ad una potenza intermedia consumando circa 500W fino a raggiungere bassi regimi anche con solo 160W a 3000BTU. Su lunghi periodi di funzionamento i vantaggi sono apprezzabili.
Nella scelta si dovrà porre attenzione al tipo di uso che se ne farà tenendo conto delle proprie abitudini legate anche al tempo che si trascorre in casa e/o se sarà l’unica fonte di riscaldamento per quanto riguarda l’uso invernale. L’ultima innovazione sono i condizionatori con DC inverter, questi consentono un ulteriore piccolo risparmio energetico ed un grande benessere abitativo dovuto alla possibilità di modulare in base alla gradazione prescelta evitando attacchi e stacchi repentini.
Ci sentiamo in oltre di darvi un importante consiglio : occhio alle “Classi di efficienza energetica”. Le Classi sono segnalate su un’etichetta che per i condizionatori è obbligatoria per legge dal 2004 e indicano il grado di consumo elettrico. Le Classi sono: AA: ottimo, A: buono, B: più di medio, C: medio, D: mediocre, E: basso, F: molto basso, G: pessimo. Le Classi più alte (AA, A e B) di solito dispongono della tecnologia inverter, mentre le Classi inferiori alla B hanno solo la modalità on-off.
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