Alla grondaia devi badare, se l’allagamento vuoi evitare…
INTERVENTI ORDINARI E STRAORDINARI.
La grondaia è un elemento fondamentale per l’esterno di ogni casa perché consente di incamerare e convogliare tutta l’acqua proveniente dai vari agenti atmosferici al suolo.
Le grondaie possono essere costituite fondamentalmente da tre materiali: rame, zinco, o pvc.
Le prime (che appena installate hanno la tipica colorazione del rame, che poi con l’ossidazione si scurisce fino ad assumere una tonalità brunita) sono generalmente le più costose (ciò dipende sia dal costo intrinseco della materia prima sia dalla messa in opera che richiede, tra l’altro, la presenza degli specialisti e dei loro attrezzi).
Le grondaie di zinco sono meno preziose ed economicamente più accessibili, ma altrettanto belle e robuste. Quelle in Pvc sono oggi le più diffuse, perché facilmente reperibili, notevolmente economiche, molto semplici da montare (praticamente dopo aver applicato le guarnizioni adesive si incastrano una con l’altra e si possono anche agevolmente tagliare con un seghetto da legno), pure se meno robuste delle due precedenti.
Un discorso importante, che vale per ogni tipo di grondaia, riguarda la scelta del diametro: sul mercato ne esistono di ogni misura e forma (a sezione quadrata, rotonda, ovalizzata etc.) ma la cosa fondamentale e’ quella di scegliere la misura appropriata alle dimensioni del tetto e alle caratteristiche meteorologiche in cui si trova la casa. Oltre alla sezione (semicircolare o rettangolare) è costituita da staffe mediante le quali è collocata sul bordo del tetto, sul cornicione o su una trave in legno.
Tale collocazione deve rispettare un’inclinazione sufficiente per lo scarico delle acque piovane (circa 3 mm per metro di lunghezza).
I collegamenti al tubo di scarico necessita di controlli regolari, in quanto i pesi e le piogge possono lesionarli. Se questo dovesse malauguratamente accadere, e si formassero piccoli fori o crepe, non è sempre indispensabile provvedere alla sostituzione: è possibile sigillare piccoli fori utilizzando tessuto a rete flessibile con un rivestimento in bitume sul retro. Per prima cosa sarà necessario pulire accuratamente la grondaia, poi riscaldare il tessuto a rete con una pistola termica o una fiamma ossidrica fino a quando il bitume non sarà sciolto, premere saldamente il materiale e rifinire con sigillante per coperture.
I fori e le crepe di grandi dimensioni possono essere riparati allo stesso modo applicando sul primo rivestimento in bitume, una volta asciutto, un secondo strato di rivestimento non diluito. È possibile però anche fare ricorso a degli appositi stucchi metallici riempitivi: anche in questo caso sarà necessario pulire bene la parte danneggiata, carteggiarla e pareggiarla nel caso in cui non fosse uniforme, inserire lo stucco riempitivo all’interno del foro o della crepa, lasciarlo asciugare e carteggiarlo nuovamente. I lavori di riparazione possono essere ottimizzati usando un impermeabilizzante, che eviterà che si insinuino delle infiltrazioni di acqua all’interno della fessura o del foro appena sistemato.
Ma se la rigenerazione è un lavoro straordinario, la pulizia deve invece avvenire regolarmente, almeno due volte l’anno, in modo da evitare il formarsi di depositi che ostruiscono il passaggio dell’acqua e alla lunga danneggiano sia la gronda che i relativi supporti. Innanzitutto, si può ricorrere ad un rimedio al fine di limitare l’intasamento, che consiste nel posizionare una retina sopra tutta la lunghezza in modo da evitare che foglie e sporco ci finiscano dentro (la retina viene venduta in rotoli e la si applica incastrandola sotto le tegole e fissandola con un po’ di filo di ferro).
Per eseguire la pulitura, poi, dovremo procurarci: una lunga scala; un paio di guanti; un manico di scopa alla cui estremità avremo fissato una forma di cartone con un profilo simile all’interno della gronda (che ci consentirà di ampliare notevolmente il raggio di azione e di formare dei mucchietti che poi potranno essere agevolmente raccolti); e un secchio (per non cedere alla tentazione di mandare giù i detriti e lo sporco dentro la gronda, il ché aumenta esponenzialmente il rischio di intasarla). Cominceremo l’operazione dai filtri e poi, andando in senso contrario a quello della pendenza, formeremo tanti piccoli mucchietti che depositeremo nel secchio.
Com’è intuibile, si tratta di un’operazione abbastanza lunga e complessa; eppure esistono due modi per velocizzarla. Il primo consiste nell’utilizzare “Looj 330” di iRobot: un piccolo robot studiato appositamente. Grazie alle spazzole e al telecomando in dotazione, garantisce una pulizia ottimale della superficie: consente infatti un raggio di azione di 15 m dall’operatore, ha un’autonomia che gli permette di pulire fino a 60 m di grondaia, è impermeabile fino ad una profondità di 9 cm (in modo da essere operativo anche in presenza di ristagni d’acqua).
La seconda possibilità è l’intervento di esperti, che possono garantire sia pulizie accurate che interventi riparativi di ottimo livello. A tal proposito perché non pensare di contattare la nostra azienda? int&ext Ristrutturazioni Costruzioni Restyling
Alla fine, in questo caso come in molti altri, prevenire è meglio che curare, perché può consentirci notevoli risparmi. E mi raccomando, non dimentichiamo di comprare, o meglio ancora di costruire con le nostre mani, una piccola casetta per gli uccellini: perché è vero che non vogliamo subire danni alla nostra grondaia, che molto spesso derivano dall’ostruzione della stessa a causa di questi animaletti, ma è altrettanto vero che noi siamo (o dovremmo essere) gentili ed ospitali con la Natura, come Lei lo è con noi…
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